À bientôt, Gordes…

14 Agosto 2022
À bientôt, Gordes...

Accade ogni volta.

Ogni volta razionalmente mi ritrovo a pensare che, per una qualunque ragione, non sia il momento giusto per partire. Poi arriva il momento delle valigie, della lista delle cose da portare e di quelle da lasciar andare. Lista che, periodicamente, dovrebbe essere aggiornata anche riguardo alle persone. 

 

800 chilometri in macchina. E una volta qui, da qualche giorno a questa parte, mi ritrovo a vivere una storia d’amore con questo borgo. Una storia di quelle intense, fulminee, senza troppi incasinamenti mentali. Una storia d’amore e basta. Credo si tratti della fase che i viaggiatori più saggi definiscono “di meraviglia e di scoperta”. 

Il viaggio è la metafora della vita e la mia mente ha bisogno di tempo. Tempo per abituarsi a nuovi profumi, nuove persone, nuovi paesaggi. Tempo per lasciar andare l’inquinamento che normalmente la affolla, i giri pindarici attorno a cose forse non così importanti, tempo per staccarsi dal sovraffollamento di aspettative, dalla fretta di prendere decisioni, dal timore di tradire le aspettative.

 

Ho iniziato a lasciar andare. È un processo che conosco ma al quale non so – o semplicemente non mi va – di trovare una spiegazione. È così e basta.

 

Ho cercato la bellezza e l’ho trovata dentro alla semplicità. Ho iniziato ad amare albe come quelle di questa mattina, silenziose, dense. Con le cuffie nelle orecchie e la fantasia che viaggia lontano, ad un possibile che un passo dopo l’altro diventa più possibile. Ad abituarmi all’idea che niente vada perso per davvero, che tutto resti dov’è, sul letto del fiume pronto a riemergere.

Ho visto così tante cose che per riassumerle dovrei scrivere un romanzo. Ho conosciuto così tante storie che per raccoglierle tutte, servirà del tempo.

 

Mi sposto verso sud, lascio Gordes con tutta la malinconia che riservo solitamente a qualcosa o qualcuno al quale ho voluto sinceramente bene. Lascio le persone che ho conosciuto. Lascio Cristophe, timido al punto da arrossire di fronte ad un complimento, ansioso quel tanto che basta da preoccuparsi dei tempi di attesa del ristorante. Tempi d’attesa che in Italia sarebbero considerati più che normali. Sensibile e onesto, come la terra in cui vive.

 

E poi Marion. Lei è stata la prima persona con la quale sette mesi fa ho avuto contatti tramite mail. Cortese, umanamente generosa. Marion è la persona che vorresti incontrare in ogni viaggio, qualcuno che sia in grado di farti sentire parte del luogo in cui ti trovi e non un semplice ospite.

 

Mi mancherà il silenzio di questo angolo di paradiso in cui l’unico rumore la sera prima di addormentarmi è quello del vento che muove le foglie di alberi da fico e ulivi. Mi mancheranno le lucciole alle quali affidare desideri. Mi mancheranno le nuove abitudini, le stesse di cui, fino a qualche giorno fa, avevo profondo timore.

 

Ma tanto so che è solo un arrivederci.
A bientôt, Gordes. A bientôt.

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