Visioni Virali al Festival della Fotografia Etica

Sono trascorsi sei mesi dal giorno in cui ho postato il primo pezzo di Visioni Virali. Era il 22 Marzo 2020 nel pieno del lockdown. Ci sono ricordi incastonati nella tela della memoria, l’isolamento forzato, una vita completamente ribaltata, la polizia che girava per i quartieri quasi ci trovassimo nel pieno di una guerra, il silenzio per le strade interrotto solo dal suono delle ambulanze (un giorno ne ho contate 22 sfrecciare lungo la provinciale), i negozi chiusi, gli ospedali al collasso, lo sforzo di medici, infermieri, operatori sanitari, chi non ce l’ha fatta e di chi, invece, il virus lo ha vinto e convive con la sensazione di essere vivo per miracolo.
In quei mesi, dopo lo spaesamento, lo sconforto e la paura dei primi giorni, ho scelto – o forse semplicemente, sentito – di rimettermi in cammino. E non accumulando chilometri perché quelli non erano consentiti. In quei mesi ho toccato con mano che si può viaggiare in molti modi e che i tragitti non sono solo quelli che compiono i piedi. Così, mi sono messa le mani dentro, mi sono concentrata più sul dentro che sul fuori e da quel periodo così complicato e doloroso ho creato questo progetto. Così è nato Visioni Virali.

"Hanno i super poteri, vinco il virus!"
In molte delle immagini di quel periodo i protagonisti sono i bambini. Ascoltavo le loro voci dal giardino di casa, alcuni di loro comunicavano attraverso i cancelli, separati da reti o filoni di piante, Giulia giocava con la sua pista di macchinine intonando la canzone di “Wisky il ragnetto”, Sofia e Antonio improvvisavano partite a calcio, Sara in compagnia del nonno si divertiva con le bolle di sapone, Eleonora seguiva le lezioni online dal suo computer, il piccolo Edo, invece, faceva su e giù da una fune tesa dal sottoportico al cancello divertendosi come un matto. Il suo papà gli aveva costruito un vero e proprio percorso in stile giochi senza frontiere.
Ho raccontato il loro mondo, la loro reazione così composta di fronte ad un cambiamento tanto terribile persino per noi adulti. Loro, invece, ancora una volta, hanno saputo insegnarci qualcosa. L’arte della resilienza, la capacità di farsi attraversare dal dolore senza esserne spezzati.
Visioni Virali sembrava un semplice passatempo e invece, ad oggi, questo contenitore di immagini e parole è diventato molto di più. I post da quel 22 marzo hanno raggiunto oltre 260.000 persone, il ché per una pagina che non riceve alcun genere di sponsorizzazione e che vive del passaparola, ha dell’incredibile.
Senza contare la selezione all’interno della call internazione “Life in the time of Coronavirus” indetto da Roma Fotografia e l’esposizione all’interno del Festival della Fotografia Etica. Ieri si è tenuta a Codogno, luogo simbolo dell’inizio della pandemia, la presentazione ufficiale della call in presenza delle autorità. Sapere di essere stata selezionata tra 1500 fotografi di 28 Paesi del mondo e che le mie immagini siano state scelte tra oltre 10.000 immagini è qualcosa di così incredibile e straordinario che oggi, esattamente come il giorno in cui ho ricevuto la notizia, fatico a crederci.

